Nata a Udine, laureata in logopedia, impegnata da tempo nell’assistenza ai malati di Alzheimer come coordinatrice dei servizi di assistenza domiciliare e centro diurno Alzheimer dell’Italian Hospital Group di Guidonia (Roma), Beatrice Benet ha pubblicato nel 2007 per la SBC edizioni “Più lontano del mare e del cielo” una raccolta di 4 racconti al femminile che trattano storie difficili di donne di epoche e paesi diversi passando dal dramma del carcere, alla dittatura sudamericana, per finire proprio con una struggente storia di una malata di Alzheimer. Per Einaudi nel 2009 ha pubblicato un racconto “Giulia” nel volume di AAVV “Io mi ricordo”, uno spaccato del novecento attraverso i ricordi dei figli o nipoti dei protagonisti delle storie.
“L’Amante, colei che ama” è scritto come una lunghissima lettera che il destinatario probabilmente mai leggerà, una lettera inframmezzata anche da messaggi via internet, è un romanzo senza eco, un urlo di dolore gridato in mezzo al deserto. La storia è il classico tran-tran del triangolo dove i protagonisti sono lui, lei e l’altra. Non è affatto consueto, invece, lo stile narrativo, fluido, travolgente e angoscioso. Il peso dolente della solitudine si legge nel pathos ma anche in una notevole lucidità espressiva. La protagonista soffre ma è sempre presente a se stessa. L’infelicità decisa pigramente è la morte e l’autrice affonda a piene mani nella morte metaforica che interpreta in fondo l’abbandono, la resa incondizionata di lui: “Alla fine hai deciso di non vivere…”. Nel romanzo è chiarissimo il netto divario tra la sensibilità maschile e quella femminile, ma soprattutto tra due forme opposte di coraggio: quello che dona e si dona, e quello che si nega la vita stessa.
ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER, RIMANI AGGIORNATO SULLE NOSTRE PROMOZIONI