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“Il tempo ed il non tempo si sono allineati ed ora i miracoli possono accadere.”
Luca Santilli, attraverso uno stile poetico e ricercato, ci conduce in una nuova avventura sovrasensibile,
attraverso il suo ultimo romanzo. Sullo sfondo della Terza Guerra Sannita, dove tutto ebbe inizio, si
sviluppano le vicende di alcune sacerdotesse devote alla dea Mefite. La Dea del passaggio, della morte e
della rinascita, la dea che amava immergere il suo corpo immortale nelle acque termali e lasciare che le sue
figlie consolassero il suo cuore.
In Sulfurea, la Memoria del Salice e dell’Acqua, l’ambientazione storica si intreccia, come sanno fare solo le
edere e le piante aromatiche, al genere fantastico, che sospinge il lettore a percorrere viaggi introspettivi e
misteriosi, al fianco delle protagoniste della storia. Una storia che racchiude nel suo insieme racconti nei
quali le emozioni, le aspettative, le paure e le speranze della protagonista principale si vanno a sommare
alle esistenze di donne, di sacerdotesse, di amazzoni, di streghe e di guaritrici.
Riemergono nella narrazione i profumi e la magia delle piante di energia, dei sortilegi e dei saperi che
appartengono alla storia dei popoli Italici. Così, nella trama delle parole e tra i petali usati come
segnapagina, i saperi di un tempo lontano e dimenticato vengono tramandati al lettore più attento.
Quest’ultimo potrebbe ritrovarsi con una bacchetta da rabdomante tra le mani, con un sacchetto
contenente semi di begonie e foglie di basilico essiccate. Oppure in una notte priva di Luna, ritrovarsi a
passeggiare in un bosco, stringendo tra le mani una radice di Peonia e invocare il nome della Dea Madre
affinché possa ricevere protezione e benedizioni.
Alice, la protagonista principale del romanzo, verrà chiamata a guidare le sacerdotesse devote a Mefite, a
risaldare quello che un tempo era stato l’ordine sacerdotale devoto alla dea delle acque sulfuree. Alice
affronterà sfide di consapevolezza attraversando un’Era dopo l’altra, morendo e rinascendo. Sì, è proprio
questo il dono che la divinità ha elargito alle sue fedeli ancelle. Morire in un’epoca e risvegliarsi in un’altra
Era, perdendo parti di se stesse e ritrovarne di nuove. Ventiquattro Ere magiche, come le ventiquattro ore
di un giorno, dilateranno il tempo di una vita in millenni. All’origine di tutto, Sacerdotesse e ancelle di
Mefite: Alice, Moravia, Lara, Sira, Ana, Mia e Nadia si ritroveranno ad inseguire l’ideale della libertà
attraverso l’incessante danza delle Ere. In un cerchio di sorellanza e di amicizia indissolubile, nel dileguarsi
di nebbie e di vapori sulfurei, riscopriremo, attraverso il viaggio nel tempo che Alice si troverà ad
intraprendere, la bellezza della natura, il potere ancestrale racchiuso nel cuore di una donna, il coraggio di
oltrepassare quel confine imposto dalla società in ogni epoca.
Una nuova forma di magia oscura serpeggerà in tutta la narrazione. Una bambina giunta dal mare
sconvolgerà gli eventi di un’intera Valle. Una Valle insanguinata e macchiata dal sangue dei Sanniti durante
le Tre Guerre che vide cadere molti innocenti, reclamando il sacrificio della Prima Sacerdotessa.
Quanto male può sommarsi ad altro male dal dolore di un popolo annientato? Quanto dolore la terra può
assorbire prima di implodere su se stessa, portando nel baratro ogni barlume di speranza? Quanta oscurità
sepolta in un luogo può creare un Anello di Potere così forte da imprigionare intere discendenze
predestinate alla luce?
Alice vi condurrà in un mondo sommerso, un mondo di foglie aromatiche, di fiori e cammini oltre il tempo e
lo spazio, ridisegnando, attraverso la luce dei suoi pensieri e la forza delle parole delle sue antenate, un
viaggio verso la libertà.
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